Esplorando l’ex Dinamitificio è stato impossibile non pensare al via vai di passi, sussurri e pensieri di chi un tempo lavorava nei suoi percorsi cunicolari. Tra questi pensieri c’erano anche quelli di Primo Levi e, forse, alcune sue opere sono state nate proprio all’interno dell’Ex Dinamitificio.
La guida Laura ha spiegato il processo per ottenere la dinamite. Parla di nitroglicerina. L’autrice avrà anche scelto un percorso di studi umanistico ma in chimica, ricorda, andava bene: la nitroglicerina ha a che fare con l’azoto. Primo Levi era chimico e scrittore, e sicuramente il suo capitolo sull’azoto in “La tavola periodica” parla di questo posto. Dopo la visita all’ex Dinamitificio, l’autrice arriva in biblioteca e si dirige verso i testi di Primo Levi: non parla, però, del Dinamitificio e nemmeno di Avigliana. Dopo una ricerca, l’autrice scopre della poesia intitolata proprio “Avigliana”. È malinconica e parla di luna e di abbandono. La prima cosa che viene in mente all’autrice è la bella luna piena della notte precedente, proprio ad Avigliana. Avrà occasione di rivederla mentre erano a caccia di suoni, sul Lago Grande. Niente suoni, ma riescono a catturare la luna riflessa sull’acqua. L’autrice lancia un sasso nel lago per sentirne il tonfo. Di nuovo niente suoni. Ma riescono a catturare un riflesso di piccole onde, e una luna che si scompone e si allunga per poi lentamente ricomporsi, “placida e serena”, come nella poesia di Primo Levi.
Un ringraziamento a Patrizia Santangeli per aver catturato la luna e per il montaggio.